Il dipinto raffigura una serie di oggetti - una bottiglia, una fruttiera su cui poggia una pigna, una saliera e due vasi - disposti su due blocchi cromatici di colore giallo e rosso, giustapposti a uno sfondo viola.

L'opera presenta una disposizione attentamente studiata di oggetti quotidiani, che attraverso la visione dell'artista, assumono una dimensione quasi poetica. L'artista adotta uno stile che combina elementi tradizionali della natura morta con una sensibilità moderna e utilizza una palette cromatica che bilancia toni caldi e freddi. La luce, dosata con attenzione, mette in risalto le superfici e le texture degli oggetti, conferendo profondità e realismo alla composizione. Alice Psacaropulo è stata una pittrice, collezionista e insegnante di origini greche, attiva come artista per più di settant'anni. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private. A Trieste è aperto un "Piccolo Museo" nella sua casa, lo Studio Psacaropulo. L’opera in esame è stata esposta alla mostra “1924-2024. Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti”, allestita al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto di Trieste ed è pervenuta nelle collezioni dell’Ateneo grazie alla donazione di Stefano e Giovanni Casaccia nell’importante occasione del Centenario dell’Istituzione, con la quale gli eredi dell’artista si può dire abbiano colmato una delle lacune della Pinacoteca d’Ateneo creatasi all’indomani dell’Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea organizzata e ospitata dall’Ateneo giuliano nel 1953. La “Natura morta con brocche” eseguita nel 1953 da Alice Psacaropulo e presentata quello stesso anno all’Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea non fu infatti oggetto di acquisto, e all’indomani della mostra rimase di proprietà dell’artista (si veda 1953 Italia, 2008, p. 104).