Materiale bibliografico proveniente dalla famiglia di Marcello Finzi, ordinario di Diritto e Procedura penale presso l'Università di Modena (Ferrara 1879 – Roma 1956)
1. Formazione e ubicazione del fondo
Iscritto sin dal 2002 tra i siti museali censiti dalla C.R.U.I., il Fondo è pervenuto alla Facoltà di Giurisprudenza nel 1958, anno della sua acquisizione dagli eredi dell’insigne giurista ferrarese Marcello Finzi, prima docente di Diritto e Procedura penale all’Università di Ferrara (1912-1925), quindi titolare dello stesso insegnamento presso l’Università di Modena, ove ricoprirà, dal 1927, il ruolo di professore ordinario. Con l’emanazione delle leggi razziali del 1938, il Finzi dovette riparare in Argentina, dove insegnò presso l’Università di Córdoba fino al termine della guerra, per poi essere reintegrato nel ruolo di docente ordinario di Diritto penale a Modena fino al collocamento a riposo, nel 1951. Morì a Roma cinque anni dopo. Dalla documentazione disponibile presso l’archivio storico dell’Ateneo, emerge come l’acquisto del fondo si perfezionò all’esito di un’interlocuzione avviatasi, l’anno prima, tra l’allora rettore Rodolfo Ambrosino, affiancato dal direttore della Biblioteca universitaria Stelio Crise, e la vedova di Marcello Finzi, Adele Olschki, desiderosa di destinare il patrimonio librario in parola a un’istituzione culturale, senza fini di lucro commerciale. La determinazione all’acquisto maturò, stando a quanto dichiarato dal rettore nella seduta del Consiglio di amministrazione del 21 febbraio 1958, che ne accolse la proposta, dalla considerazione che «l’acquisto della predetta biblioteca arricchirebbe il patrimonio bibliografico dell’Università per quanto riguarda la cattedra di diritto penale, che non dispone ancora di molti libri». Da notare come lo stanziamento deliberato – due milioni di lire dell’epoca – equivalga, in termini di conversione/rivalutazione monetaria, a un importo di poco superiore a trentamila euro odierni. Destinato all’allora Istituto di Diritto pubblico interno (salva una breve parentesi di assegnazione all’Istituto di Diritto penale, cessato nel 1963), il fondo sarebbe quindi entrato a far parte della biblioteca del Dipartimento di Scienze Giuridiche, costituitosi nel 1997. Con la successiva confluenza di detta biblioteca nel patrimonio bibliografico del Sistema Bibliotecario di Ateneo, il fondo Finzi è passato alla gestione dei relativi uffici, ferma restandone l’ubicazione nei locali dell’attuale Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’interpretazione e della Traduzione (IUSLIT).
2. Consistenza e caratteristiche
Si tratta di un fondo librario di quasi milleottocento titoli, di prevalente tematica penalistica, il quale annovera testi che vanno dal XVI secolo agli anni Quaranta del '900.
Il pregio bibliografico del fondo si deve, oltre che alla rarità di molti dei volumi che vi sono custoditi, alla presenza di importanti autografi, testimonianza della rete di rapporti accademici e politici coltivati dallo studioso. Ulteriore peculiarità è rappresentata dalla presenza di pubblicistica latino-americana dell'epoca – pressoché introvabile altrove nel nostro Paese - frutto dei forti legami che Finzi aveva istituito con l'Argentina, dove aveva a lungo insegnato. Si tratta, dunque, di un corpus librario che vede affiancati, a volumi di alta epoca, esemplari assai più recenti, e tuttavia non meno rari, vuoi per la singolare provenienza geografica, vuoi per l'unicità dell'invio autografo da parte dell'autore.
3. Valorizzazione della raccolta
Il fondo è stato interamente recuperato, con l’inserimento nel catalogo on line di tutti i volumi presenti, ad eccezione dell’unico manoscritto che ne è parte e che verrà valorizzato separatamente. I titoli appartenenti al fondo sono ricercabili in maniera cumulativa, in quanto collegati al nome del loro possessore.
4. Esemplari significativi
Quanto ai testi più risalenti, di assoluto rilievo è il menzionato manoscritto anonimo - verosimilmente databile intorno alla seconda metà del '700 - che annovera le cronache di tutte le esecuzioni capitali eseguite in Bologna dal 1030 al 1791. Di grande interesse pure alcune classiche opere della letteratura giuridica di epoca inquisitoria, riconducibili, tra gli altri, ai nomi di Carpzov, Farinaccio, Scaccia, Scanaroli. Notevole la dotazione di antichi testi di legge di materia penale e processuale penale, con particolare riferimento alla variegata galassia dei codici italiani preunitari: tra questi, degne di nota, per la splendida veste tipografica, un'edizione del Progetto del codice penale pel Regno d'Italia (1806), presente nell'esemplare probabilmente appartenuto al ministro della Giustizia Giuseppe Luosi (1735-1830), e l'edizione ufficiale, per i tipi del Bodoni, del Codice penale per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla, promulgato nel 1820 da Maria Luigia d'Austria. Quanto alla pubblicistica a cavallo dei secoli XIX e XX, straordinaria, per completezza, quella riguardante la polemica tra gli esponenti della Scuola penale classica e quelli della Scuola positiva: vi figurano, tra gli altri, i nomi di Carrara, Lucchini, Garofalo, Ferri, Lombroso, insieme a quelli di numerosi allievi ed epigoni, in una gamma di edizioni che annoverano pure rare traduzioni latino-americane. Testimonianza di rapporti scientifici del Finzi sono inoltre importanti opere degli anni '20 e '30 del secolo scorso, rese uniche dalla dedica autografa degli autori: a titolo d'esempio, l'edizione originale de L'abuso di foglio in bianco (1903), di Arturo Rocco, padre del vigente codice penale italiano (1930) e predecessore di Finzi nell'insegnamento di Diritto penale e procedura penale all'Università di Ferrara.
Bibliografia essenziale
F. Peroni, Il fondo librario Marcello Finzi presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trieste, in Marcello Finzi giurista a Modena (Attidel convegno di studi di Modena, 27 gennaio 2005), acura di E. Tavilla, Olschki, 2006, p. 71-77