Marcello Finzi nacque a Ferrara il 1° dicembre 1879. Laureatosi presso l’Ateneo ferrarese, sotto la guida di Vincenzo Manzini, dal 1912 diviene titolare di Diritto e Procedura penale nella stessa sede universitaria, succedendo ad Arturo Rocco. Ottenuto, nel 1925, l’incarico all’insegnamento delle stesse materie presso l’Università di Modena, vi si trasferisce, nel ruolo di professore ordinario, nel 1927, succedendo a Eugenio Florian.
Al suo insediamento nell’Ateneo modenese, Finzi vanta già una cospicua produzione scientifica, a cavallo tra diritto e procedura penale: tra le numerose monografie, degne di nota, sul primo versante, quella relativa a I furti privilegiati, Torino, Bocca, 1903 e quella intitolata Il “delitto preterintenzionale”, Torino, Bocca, 1925; su quello processuale penale, i due volumi, rispettivamente intitolati La notificazione dell’atto di citazione nella procedura penale, Bologna, Zanichelli, 1908 e I mandati nel nuovo codice di procedura penale italiano, Torino, Bocca, 1914.
Va detto che gli interessi scientifici del Finzi spaziano ben oltre le ricordate discipline, sconfinando nella dimensione dell’antropologia criminale e dell’esecuzione penitenziaria, non senza una costante attenzione ai profili storici della penalistica. Testimonianza ulteriore di questa singolare sensibilità culturale sono i molteplici rapporti internazionali intessuti dal Finzi, nel corso dei propri studi. Tanto vale per le relazioni con il mondo universitario francese, attestate dall’appartenenza a importanti sodalizi, quali la Société général des Prisons e la Société de defense sociale et de criminologie, oltre che da un periodo di docenza presso l’Université internationale di Bruxelles. Ma non meno rilevanti, fino all’avvento del regime nazionalsocialista, i nessi con la rete universitaria tedesca, dove il Finzi svolge, tra l’altro, missioni a Heidelberg, Berlino e Monaco di Baviera, allo scopo di presentare i lavori della nuova codificazione penale italiana, alla quale egli stesso contribuirà.
Espulso dal ruolo universitario con il varo delle leggi razziali del 1938, Finzi riparerà in Argentina, dove riprenderà i propri studi, quale docente presso l’Università di Cordoba, dedicandosi alla legislazione penale e processuale penale argentina e lasciando un’impronta profonda nella comunità scientifica del Paese, dove – non a caso – le sue opere verranno tradotte e pubblicate.
Solo con la fine del conflitto mondiale e l’avvento della Repubblica – e precisamente dall’anno accademico 1946-47 – Marcello Finzi sarà reintegrato nel ruolo di professore ordinario di diritto penale: in effetti, però, egli rientrerà in Italia solamente nel 1952, dopo essere stato collocato a riposo per raggiunti limiti di età, il 1° maggio 1951. Morì a Roma, il 4 ottobre 1956. Due anni dopo, la sua biblioteca privata sarà acquistata dall’Università di Trieste.
Fonti biografiche
Francesco P. Gabrieli, Marcello Finzi, in Novissimo Digesto Italiano, vol. VII, Torino, Utet, 1968, 371
Elio Tavilla, Marcello Finzi giurista e docente a Modena, in AA.VV., Marcello Finzi giurista a Modena (Atti del Convegno di studi di Modena, 27 gennaio 2005), Firenze, Olschki, 2006, 23