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Pietro Nobile nelle collezioni dell'Università degli Studi di Trieste – Tra visioni naturali e progetti architettonici

Pietro Nobile è stato una figura fondamentale nell’architettura neoclassica, il cui lavoro ha segnato in modo indelebile l’evoluzione del paesaggio urbano di Trieste. La sua carriera, che si sviluppò tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, è caratterizzata da un’incessante ricerca dell’armonia tra estetica e funzionalità. Le due raccolte di disegni che sono state lasciate nelle collezioni dell’Università di Trieste offrono una testimonianza diretta del suo metodo progettuale e delle sue capacità artistiche, rivelando non solo il suo talento come architetto, ma anche la sua versatilità come artista e studioso del paesaggio. Questi album sono indubbiamente tra i più importanti strumenti per comprendere l’impatto che Nobile ha avuto sulla città e la sua cultura architettonica.

Il primo album, contenente 80 disegni eseguiti tra il 1800 e il 1805 durante il soggiorno di Nobile a Roma, ci offre uno spaccato delle sue osservazioni sulla natura e sull’architettura antica e moderna. I disegni, che spaziano da vasti paesaggi della campagna romana a vedute di città come Tivoli, raccontano la passione dell’architetto per il paesaggio e la sua attenzione ai dettagli. Tra questi, alcuni fogli sono dedicati a studi botanici, con disegni di alberi e piante erbacee che mostrano la capacità di Nobile di analizzare minuziosamente la natura, non solo nel suo insieme, ma anche nei singoli dettagli come foglie e rami. Quest’album testimonia la sua capacità di unire la rappresentazione artistica alla ricerca scientifica, in un’epoca in cui il disegno non era solo un mezzo per rappresentare la realtà, ma anche per acquisire e trasmettere conoscenza.

L’uso delle tecniche di disegno e acquerello da parte di Nobile non è solo una dimostrazione della sua abilità artistica, ma anche del suo approccio metodico. La tecnica comune che impiegava, dove inizialmente tracciava le forme con un tratto a matita per poi definirle con la penna e arricchirle con l’acquerello, dimostra un’attenzione particolare alla composizione e alla profondità. In questo processo, Nobile cercava di conferire alle sue opere un’accuratezza scientifica, ma anche una bellezza visiva che riflettesse la sua visione artistica. La ripetizione di alcuni soggetti con variazioni compositive e tecniche evidenzia il suo desiderio di esplorare e perfezionare ogni dettaglio, sia esso architettonico o naturale. Questi disegni, apparentemente eterogenei, risultano invece uniti da un filo conduttore che è il metodo rigoroso e l’attenzione per il particolare, caratteristiche che Nobile avrebbe trasferito anche nel suo lavoro di architetto.

Il secondo album, contenente 126 opere grafiche relative al progetto della chiesa di Sant’Antonio Nuovo a Trieste, rivela un altro aspetto fondamentale del lavoro di Nobile: il suo contributo all’architettura della città. Questo album, che comprende sia disegni che incisioni, documenta il processo progettuale della chiesa, uno degli edifici religiosi più importanti di Trieste. Nobile, incaricato di progettare una nuova chiesa per sostituire quella preesistente, si trovò a lavorare in un periodo di grande fermento architettonico e culturale, caratterizzato dal passaggio dal barocco al neoclassico. La varietà delle opere contenute in questo album – alzati, prospetti, piante e progetti di dettagli architettonici – testimonia il suo approccio meticoloso alla progettazione. Ogni elemento, dalle grandi linee strutturali fino ai dettagli più minuti, veniva attentamente studiato per garantire un equilibrio perfetto tra estetica e funzionalità.

Nobile, infatti, non si limitava a progettare la chiesa nel suo complesso, ma dedicava una cura particolare ai singoli dettagli, dai capitelli delle colonne agli ornamenti delle porte, ogni elemento era pensato per integrarsi armoniosamente nell’intero progetto. La precisione e la varietà dei disegni rivelano anche la sua capacità di rispondere alle esigenze pratiche ed estetiche di un cantiere complesso. In questo senso, l’album sulla chiesa di Sant’Antonio Nuovo non è solo una testimonianza dell’architettura religiosa del tempo, ma anche un esempio della capacità di Nobile di operare in modo innovativo in un contesto che stava cambiando radicalmente.

Il contributo di Pietro Nobile a Trieste non si limita però alla progettazione di singoli edifici, ma si inserisce in un più ampio processo di trasformazione urbanistica e culturale della città. Nel periodo in cui lavorava a Trieste, la città stava vivendo una fase di grande espansione, che vide il passaggio da un centro urbano tradizionale a una città moderna, aperta agli influssi culturali europei. Nobile, con le sue opere, ha saputo interpretare questa evoluzione, portando in città gli ideali neoclassici che hanno caratterizzato l’architettura dell’epoca.

In sintesi, gli album di disegni di Pietro Nobile conservati presso l’Università di Trieste sono testimonianze di un architetto che ha saputo unire la passione per il paesaggio, la botanica e l’architettura, creando opere che hanno lasciato un segno indelebile nella città. La sua abilità nel coniugare arte e scienza, estetica e funzionalità, lo ha reso una figura centrale nella storia dell’architettura triestina e del neoclassicismo europeo. Gli album sono non solo un patrimonio per lo studio del suo lavoro, ma anche una risorsa fondamentale per comprendere l’evoluzione di Trieste come città moderna, grazie all’ingegno e alla visione di uno dei suoi più illustri architetti.

 

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