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Biblioteca dell'Istituto per il promovimento delle piccole industrie di Trieste

La biblioteca dell’Istituto per il promovimento delle piccole industrie in Trieste venne inaugurata il 1 giugno del 1915. 

Lo scopo dell’istituto era quello di sostenere gli artigiani nel rinnovamento tecnologico, concedendo loro i finanziamenti necessari per sostituire i macchinari utili alla professione e organizzando corsi di aggiornamento sulle mode e gli stili dell’epoca. La biblioteca non si discostava da questi obiettivi, e custodiva libri e riviste che accompagnavano operai e capimastri in questo percorso di miglioramento e modernizzazione.

Pertanto se da un lato l’Istituto organizzava corsi di formazione rivolti a sarti, calzolai e legatori di libri, dall’altro con la biblioteca si rivolgeva ad una platea molto più ampia di potenziali interessati, che includeva ad esempio anche i bachicoltori o i vignaioli, offrendo la manualistica aggiornata sui temi legati alle loro professioni.

Alla fine del primo anno la biblioteca disponeva di 800 volumi, 100 periodici e 8000 tavole. Nel 1915 vantava circa 3.000 volumi.

Si trovava a Trieste in via Lazzaretto Vecchio 52, all’angolo con salita al Promontorio, e occupava alcune stanze del primo piano. La consultazione era permessa non solo agli artigiani e agli operai, ma a tutta la cittadinanza; disponeva di una sala di lettura dove il pubblico poteva disporre gratuitamente del materiale per disegnare e ricalcare. Il primo bibliotecario fu Valdemaro Albrecht, dal 1907 sostituito da Nicolò Bacichi.

I frequentanti del primo anno di attività furono 1.351, con una media giornaliera di 9 lettori. Nei verbali del curatorio si lamentava la scarsa frequentazione della biblioteca, dovuta alla posizione discostata rispetto al centro città; per pubblicizzarla, l’istituto era solito inviare mensilmente il bollettino delle frequentazioni alla stampa cittadina. Sempre dai verbali dei Curatorio apprendiamo che, nel 1907, la media giornaliera di utenti era salita a 10, “tenendo con questa cifra uno dei migliori posti fra le biblioteche degli istituti confratelli”.

Anche gli istituti scolastici usufruivano della biblioteca, e in particolare delle tavole custodite, per far esercitare gli allievi nell’arte del disegno.

Grazie ai materiali superstiti, possiamo farci solo un’idea della ricchezza del patrimonio da cui era composta. Nel corso degli anni infatti erano state acquisite opere di vario formato, ma di grandissimo pregio, provenienti da varie nazioni d’Europa, pubblicazioni aggiornate alle ultime tendenze a colori e di diversi soggetti, che ispiravano i lavori degli artigiani e la fantasia degli allievi e degli apprendisti, o dei semplici appassionati.

La biblioteca fu in attività fino al 1960; a quel tempo risultava composta da 5.485 documenti. Negli anni immediatamente successivi una vasta porzione di quel patrimonio venne ceduto all’Università di Trieste, e venne preso in carico a partire dalla fine del 1962 dalla Biblioteca Generale di Trieste, dove si trova tutt’ora.

Bibliografia

J. Geszler, Die Moden des 19. Jahrhunderts, Wien : Emil Berté & C.ie, [1895/1897?]

Istituto per il promovimento delle piccole industrie in Trieste, Protocollo della seduta .. del Curatorio, Trieste, 1903-1909

J. Klinger und H. Anker (hrsg. Von), Die Grotesklinie und ihre Spiegelvariation in modernen Ornament und in der Dekorationsmalerei, Berlin, Kanter & Mohr, [1901]

Modelli per legatori di libri, Trieste, Istituto per il promovimento delle piccole industrie, [19..] 

Piccolo manuale ad uso degli allievi calzolai, S. Benigno Canavese, Tip. Don Bosco Ed., 1909

A. Seguy, Les fleurs et leurs applications decoratives, 2 vol., Paris, Librairie des arts decoratifs A. Calavas, [tra 1890 e 1920]

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