Giani Stuparich è stato uno scrittore, insegnante e giornalista, nella cui figura si saldano il profilo dell’uomo di cultura con quello dell’intellettuale dedito all’impegno civile e politico.
Nato a Trieste nel 1891, compie gli studi classici, per poi trasferirsi all’Università di Praga e successivamente a quella di Firenze dove di laurea in Letteratura italiana e collabora con il giornale “La Voce”, stringendo amicizia con Scipio Slataper.
Nel 1915, allo scoppio della Grande Guerra, spinto dagli ideali irredentisti, si arruola assieme al fratello Carlo, fra i volontari dell’esercito italiano –Trieste allora rientrava nei territori dell’impero austroungarico- con lo pseudonimo di Giovanni Sartori, meritando al termine della guerra la Medaglia d’oro al valor militare per le azioni intraprese.
La perdita dell’amatissimo fratello e dell’amico Scipio, assieme al periodo di prigionia, lo segneranno profondamente e questa dolorosa esperienza sarà fonte d’ispirazione per i suoi scritti.
Al ritorno dal fronte sposa nel 1919 Elody Oblath e la coppia sarà allietata dalla nascita di tre figli.
Insegnante di lettere nel liceo cittadino, dove lui stesso si era formato, si dedica alla scrittura pubblicando romanzi, opere di memorialistica, racconti e articoli.
Nel corso dell’occupazione nazista del Litorale adriatico viene arrestato con la madre Gisella Gentili e la moglie Elody Oblath, entrambe appartenenti a famiglie della comunità ebraica triestina. Rinchiuso nella Risiera di San Sabba, lo scrittore ne uscì grazie dall’intervento del Prefetto di Trieste e del Vescovo, Monsignor Santin.
Membro del Comitato di Liberazione Nazionale triestino, dopo la Liberazione Stuparich ha fondato a Trieste il Circolo della Cultura e delle Arti, di cui è stato anche Presidente.
Sino al 1955 mantiene la sua collaborazione a “La Stampa” di Torino, iniziata nel 1932, e sino a poco prima della morte ha scritto per “Il Tempo” di Roma, affrontando in molti suoi articoli temi politici.
Da insegnante ha formato generazioni di giovani, trasmettendo loro la sua grande passione per la cultura.
Giani Stuparich muore a Roma nel 1961.
Opere selezionate
La Nazione Czeca, Catania, 1915
Colloqui con mia fratello, Trieste,1925
Un anno di scuola, 1929
Guerra del ’15 (Dal taccuino di un volontario), Milano, 1931
L’isola, Trieste, 1942
Ritorneranno, Milano, 1941
Trieste nei miei ricordi, Milano, 1948
Simone, Milano, 1953
Piccolo cabotaggio, Torino, 1955
Ricordi istriani, Trieste, 1961
Bibliografia selezionata
Bertacchini R., Stuparich, Firenze,1968
Mercanti A., A vent'anni dalla morte di Giani Stuparich, Trieste, 1981
Criscione G., Bibliografia della critica su Giani Stuparich, Trieste, 2002
Benussi C., Stuparich Giani, in Dizionario Biografico degli Italiani, 2019
Link esterni
Dizionario Biografico degli Italiani
Pubblicazioni
Contarini S. Del Buono B. Perosa G., Diario prigionia 1916 -1918