Ludovico Limentani nacque a Ferrara il 18 agosto 1884, da una famiglia ebrea votata principalmente allo studio e all’insegnamento. Dopo alcuni anni di istruzione privata, condusse gli studi liceali sotto la guida di Alessandro Groppali, che lo iniziò allo studio della filosofia.
Negli anni dal 1901 al 1906 frequentò l’Università di Padova e conseguì i titoli di dottore in Filosofia e in Filologia. A Padova ebbe come maestri Giovanni Marchesini e Roberto Ardigò e entrò in relazione con altri studiosi quali Giovanni Vailati, Rodolfo Mondolfo, Alessandro Levi, che fu poi suo fraterno amico. Sostenuto da vasti interessi personali e letture, sviluppò presto partendo dal positivismo allora dominante un suo pensiero originale focalizzato sul mondo dell’uomo e sull’agire sociale.
Dal 1908 al 1920 fu insegnante nelle scuole secondarie di diverse città italiane e professore incaricato di Filosofia Morale e Pedagogia all’Università di Messina, e dal 1916 al 1919 prestò servizio come Ufficiale di Artiglieria. Nel 1920 vinse un concorso a cattedra all’Università di Messina e l’anno successivo si trasferì a Firenze al Regio Istituto Superiore, dal 1924 Università. Rimase a Firenze come ordinario di Filosofia morale e poi di Filosofia teoretica e morale fino al 16 ottobre 1938, quando fu sospeso dall’insegnamento perché ebreo.
Dignitosamente rassegnato a proseguire gli studi lontano dagli amici e dagli allievi, si trasferì dunque a Dolo, dove la moglie, Adelina (Adele) Iachia, Musatti per parte di madre, possedeva una residenza di campagna che i coniugi solitamente usavano per le vacanze. Lì portò anche la sua preziosa biblioteca, frutto di anni di ricerche sul mercato e di scambi con altri studiosi. Nel 1939, istituendo la moglie Adelina come sua erede universale, in una lettera a lei indirizzata espresse il desiderio che la sua biblioteca, se non venduta, fosse donata ad un ente pubblico per la conservazione. Di fatto la biblioteca fu poi acquistata nel dopoguerra dall’Università di Trieste, dove oggi si trova presso la Biblioteca di Filosofia, lingue e letterature. Così Ludovico Limentani scriveva alla moglie:
Tu sai che nel raccogliere libri sono stato animato sempre dal desiderio di giovare alla cultura italiana: questo desiderio è stato in me ravvivato dalla esperienza fatta, attraverso le recenti penosissime prove, dell’alta civiltà del popolo italiano, spontaneamente alieno da ogni forma di persecuzione, e inoltre dalla ferma fede nella perennità di quei valori ideali che hanno nella libera attività degli studiosi il più efficace strumento di conservazione.
Ludovico Limentani morì quasi improvvisamente in seguito ad un intervento chirurgico il 7 luglio 1940. Non ebbe figli ma diversi nipoti; fra di essi, Eugenio Curiel, nato a Trieste dalla sorella Lucia.
Sinceramente e istintivamente portato all’insegnamento, ebbe in vita molti riconoscimenti dagli allievi; fra i tanti deve essere ricordato Eugenio Garin, col quale ebbe un rapporto duraturo e quasi paterno; Garin fu in stretto contatto epistolare con lui nel periodo di Dolo, gli succedette nell’insegnamento a Firenze e sempre lo ricordò come illustre maestro.
Le ampie ricerche filosofiche di Ludovico Limentani si rivolsero prima all’analisi dei fenomeni sociali, è del 1907 il suo studio La previsione dei fatti sociali; successivamente si dedicò all’indagine morale, con le opere Presupposti formali dell’indagine etica del 1913 e La morale di Giordano Bruno del 1924. Pubblicò molti contributi e alcune traduzioni nell’ambito della storia della filosofia moderna, in particolare italiana e inglese, e sul positivismo italiano. Lasciò incompiuta e inedita un’opera sulla dottrina morale di Eugenio Rignano.
Fonti biografiche
Eugenio Garin, Ludovico Limentani (1884 – 1940), Firenze, Tipografia Enrico Ariani, 1941
Roberto Sega (cur.), Un positivista eretico. Materiali per un profilo intellettuale di Ludovico Limentani, Ferrara, Liceo classico L. Ariosto, 1999
Roberto Sega, Studi su Limentani, Ferrara, Corbo, 2002
Maurizio Torrini (cur.), Ludovico Limentani a Eugenio Garin. Lettere di Ludovico, Adele Limentani e altri a Eugenio e Maria Garin, Napoli, Bibliopolis, 2007