«Lui, grande, grosso e tondo, era stupendo a vedere, con quel suo dorato alla Rubens e quella peluria rossigna in cui scherzava la luce del giorno; lei, tutto al contrario, piccina, sottile e scaltra, non era però meno stupenda, con quel suo strano musino, sotto la boscaglia nera ed arruffata dei capelli ricciuti». Questa descrizione dei due protagonisti della scena, Marjolin e Cadine, si accompagna a un altro brano del romanzo: «Là in fondo in fondo, additò a Florent, Marjolin e Cadine se la cenavano tranquillamente, seduti sovr’uno de’ marmi da scannarvi su i polli. Que'due monelli conoscevano il segreto per potersi nascondere nei sotterranei e starvi a loro agio, anche dopo chiusi i cancelli. — Guardi! che bell’animaluccio selvatico, che bel prodotto di natura! — esclamò Claudio, parlando di Marjolin, con un’ammirazione mescolata d'invidia. — E dire che quell’ animale lì è felice, lui!... Quando avranno rosicchiate tutte le mele, andranno a coricarsi insieme, in uno di que’ grandi cestoni pieni di penne, che la vede là...». Il disegno raffigura proprio il momento in cui i due monelli, trasfigurati da Cristoletti in due figure adulte, si assopiscono circondati dalle stie piene di polli, galline e oche.